Che tu sia un insegnate, un dipendente o un carabiniere, l’argomento di oggi attirerà sicuramente la tua attenzione. In quest’articolo risponderemo alla domanda: chi manda la visita fiscale?

Quando si è dipendenti di un azienda – privata o pubblica che sia – ci si chiede spesso: ma chi manda la visita fiscale?

Proviamo a risolvere insieme questo curioso grattacapo.

Chi manda la visita fiscale: tutte le ipotesi possibili

Se anche voi vi siete posti spesso il quesito, sappiate che non sempre si ha modo di sapere chi è che manda il medico a casa.

Cominciamo col dirvi che vi è una distinzione da fare, poiché la richiesta della visita di controllo cambia di caso in caso e soprattutto tra dipendenti pubblici e dipendenti privati.

Nel caso foste impiegati di una azienda privata, la visita fiscale Inps sarà, molto probabilmente, una richiesta avanzata dal vostro datore di lavoro.

Ovviamente non sempre è così, poiché molte volte è l’Istituto stesso a procedere: in questo caso il datore di lavoro ne sa poco o niente. Come dicevamo, il discorso è invece differente per i dipendenti pubblici: se siete tra questi, sveliamo subito l’arcano: a richiedere il controllo è in questo caso l’Amministrazione che segue gli ordini vigenti.

Ad ogni modo, è tra gli obblighi del dipendente che salta il giorno lavorativo per malattia, avvertire il proprio datore di lavoro e seguire la regolamentazione vigente in materia.

Quello che non tutti sanno è che è invece nelle facoltà del datore di lavoro avviare delle indagini sul lavoratore assente per malattia. L’Inps è in questo caso escluso, mentre vediamo entrare un’altra figura entrare in gioco accanto al titolare: quella dell’investigatore privato.

Questo avviene in casi molto remoti e quasi esclusivamente quando il capo ha dei legittimi sospetti sul lavoratore. Se dalle indagini dovessero emergere tracce di un comportamento poco deontologico o disonesto, il dipendente può essere licenziato anche senza preavviso.

Come comunicare la malattia?

Lo stato di malattia dev’essere dimostrato e comunicato con il certificato medico. Il lavoratore che si assenta dovrà comunque rispettare il vincolo di rintracciabilità: vengono infatti disposte per la visita delle fasce orarie precise. È importante comunicare ovviamente anche l’indirizzo presso cui sarà reperibile durante il periodo d’assenza e i giorni di prognosi. Sin dal primo giorno di malattia, il dipendente potrà ricevere la visita dell’Inps.

La richiesta, se fatta dal datore di lavoro, dovrà passare per il canale telematico dell’Istituto. È l’ente stesso ad occuparsi nell’immediato dell’assegnazione dei medici. Tuttavia, come abbiamo detto in precedenza, può essere proprio l’Inps a richiedere un controllo ed effettuare una visita a domicilio selezionando il nome di un lavoratore in malattia a caso.

Quando decade l’obbligo di reperibilità?

In alcuni casi l’obbligo di reperibilità non viene applicato. Questo accade quando il lavoratore si sottopone a terapie salvavita o ad analisi e visite specialistiche dovute alla malattia. Il dipendente dovrà comunque e preventivamente comunicare la cosa all’amministrazione o al titolare. Anche stavolta la comunicazione dovrà essere immancabilmente accompagnata da certificato medico o documentazione.