Gli asiatici godono di una bellezza singolare ed esotica, definita soprattutto da un taglio d’occhi molto particolare. Ma perché i cinesi hanno gli occhi a mandorla?

Che il mondo è bello perché vario, l’abbiamo ribadito più volte. Sappiamo bene però che, nel corso della storia dell’umanità, le differenze tra popolazioni sono state spesso oggetto di contrasto e, talvolta, anche alla base di ingiustizie ed eventi drammatici: basti pensare alla lunga storia di discriminazione subita dai neri, partendo dalla schiavitù fino ai giorni nostri, o al genocidio degli ebrei.

Grazie all’attivismo di figure come Gandhi o Mandela, oggi si ha meno paura del diverso. Anzi, in molti hanno finalmente imparato a guardare la multiculturalità come il grandissimo punto di forza qual è sempre stato.

Purtroppo la differenza tra popolazioni – specie quella estetica –  è stata la causa delle più tristi pagine storiche dell’umanità.

Oggi proviamo a capire in che modo la genetica influenza le caratteristiche di una popolazione, soffermandoci principalmente sui cinesi e sui loro bellissimi occhi a mandorla.

Ma prima facciamo un passo indietro.

La paura del diverso

Nel 1891, in Italia, medici e scienziati provarono ad analizzare la morfologia e la fisionomia delle persone.

Nacque così la fisiognomica e la scuola positiva di Cesare Lombroso. L’antropologo e medico provò a dimostrare con la sua ricerca che le caratteristiche fisiche e morfologiche di una persona determinassero anche la sua personalità. Questa teoria, all’epoca, fu molto accreditata e alimentò i primi germogli di una paura che sarebbe sfociata, di lì a poco, in un feroce e pericoloso razzismo. Le teorie di Lombroso e di altri criminologi dell’800 mettevano infatti in relazione la razza e il tasso di criminalità. A farne le spese furono i meridionali, definiti per caratteristiche fisiche ‘biologicamente inferiori’ e predisposti alla criminalità.

Ovviamente la teoria si rivelò infondata ma i suoi danni sono al giorno d’oggi ancora percepibili.

Oggi sappiamo che ognuno di noi è il frutto di una lunga mutazione genetica e che ogni popolazione viene morfologicamente definita da questa. È il caso dei cinesi che possono vantare, grazie ad essa, una bellissima forma d’occhi.

Perché i cinesi hanno gli occhi a mandorla

I cinesi, i mongoli e giapponesi si somigliano per il particolare taglio d’occhi. Gli occhi a mandorla degli asiatici sono così per la presenza dell’epicanto, una piega di pelle posta proprio sopra l’occhio. Questo lembo di pelle fu tramandato loro dagli antenati siberiani di circa 25 mila anni fa. La piega aveva la funzione di proteggere gli occhi dal gelo e dalla luce riflessa dalla neve o, nel caso degli antenati del sud, dalla polvere e dalla sabbia del deserto.

Le mutazioni genetiche nel corso del tempo

Le mutazioni genetiche sono sempre state caratterizzate dai fattori ambientali. Se gli asiatici hanno ereditato l’epicanto e il taglio a mandorla degli occhi, le popolazioni equatoriali hanno invece riportato il colore scuro della pelle.  Il processo evolutivo è dunque strettamente correlato non solo alle migrazioni delle diverse civiltà ma anche al clima da cui queste provenivano. Noi europei infatti presentiamo caratteristiche morfologiche ereditate dai neolitici e – in piccola percentuale – dagli asiatici stessi.