Avete risparmiato un buon capitale e come spesso accade la vostra banca vi chiama: Signor Rossi non è il caso di valutare un investimento per il suo patrimonio?
Accettate l’invito, ma non andate sprovveduti. Il vostro consulente decennale è pur sempre un venditore. Per cui, anche quando, vi proporrà facili guadagni, ascoltate con massima attenzione e non andate sulla fiducia diretta.
Fondi di investimento: quanti sono e quanto costano
Nel 2018 esistevano circa 65.000 fondi. A questi si aggiungono i 7.000 ETF (prodotti a indice quotati).
Scegliere su un ventaglio così ampio e diversificato per rischio, rendimento, costi e aree geografiche non è una cosa da poco.
I primi tre parametri sono essenziali. A questi poi bisogna aggiungere il benchmark, che è un rapporto di confronto con altri parametri finanziari standard.
La regola base per non farsi ingannare è: più spendi e più guadagni, e stessa cosa per la relazione opposta.
Il costo in un fondo dipende da alcune quote fisse:
- l’iscrizione che è obbligatoria
- la quota di gestione che è o trimestrale o semestrale o annuale
- la commissione di performance (se hai dei rendimenti)
- la quota uscente, se ti svincoli in anticipo
Performance e riscatto le trovi nel prospetto informativo della banca, mentre costo di gestione e di ingresso sono reperibili online.
I costi impliciti non sono mai spiegati, ma sono relativi a quando il gestore del fondo agisce e ne consegue un costo a carico del fondista. In questo caso, se il movimento è troppo, il rapporto spese/guadagni diventa molto divergente a favore del primo.
In questo caso è il valore del benchmark, che ci dice se quello che ti hanno promesso è vero o falso.
Il divario fra benchmark e il tuo fondo è dovuto a:
- costi espliciti
- impliciti
- qualità del gestore
Altra regola base: non esistono fondi gratuiti, anche quelli no load. In quel caso inizialmente non paghi nulla, salvo poi ritrovarti con clausole che evidenziano un costo previsto sia in caso di andamento negativo che positivo.
I rischi e i guadagni del passato
Passiamo ai rischi, che sono quelli meno calcolabili e basati su alcune variabili:
- profilo
- area geografica
- strumenti finanziari scelti
- contesto macroeconomico
Per proteggerti da situazioni di debiti futuri hai due strade: non guardare al rendimento degli anni precedenti e fai le domande quantificate in percentuali.
Il primo è ingannevole, perché un fondo può aver reso tantissimo per il fatto che tutti i mercati si sono alzati o per una prospettiva eccezionale, che magari non si verificherà più. Per esempio un fondo come il JRAIFF BILANCIATO SOSTENIBILE “R” ACC di RAIFFEISEN CAPITAL MANAGEMENT, codicie ISIN at0000785381 di questo tipo potrebbe non basarsi su una dinamica così legata al passato e quindi essere conveniente.
I quesiti da porre. Concentrateti sui dati e non sulle promesse: che rischio sottende? È in linea con le tue esigenze? Ci sono presupposti futuri?
Solo così puoi tutelarti dal ritrovarti in situazioni complesse, dalle quali per uscire potresti spendere più che incassare.