Accompagnare del cibo di ottima qualità con un bicchiere di vino pregiato è uno dei piaceri della vita di cui gli italiani, così come molte altre persone provenienti da diversi paesi del mondo, non possono proprio fare a meno. In molte famiglie, la bottiglia di vino a tavola non può assolutamente mancare perché, se bevuto con moderazione, può dare al pasto tutto un altro gusto e alleggerire tutti i pensieri e le preoccupazioni che accompagnano la vita quotidiana.
Parliamo di una delle bevande più diffuse in tutto il globo, che sin dall’alba dei tempi ha pervaso la società nella sua interezza: dalle prime produzioni relative alle civiltà più antiche alla letteratura, dai quadri alla scienza passando per l’economia fino ad arrivare alla scultura. Il vino ha da sempre ricoperto un ruolo centrale e ciascuno di noi crede di conoscerlo a pieno dato che lo ha assaggiato, lo ha visto essere servito e ne ha sentito parlare. Crede, però.
Sì, perché, attorno al vino esistono una serie di curiosità e aneddoti di cui molto probabilmente non si è a conoscenza ma che, invece, potrebbero innalzare il livello di apprezzamento verso questa bevanda. In questo articolo abbiamo cercato di raccoglierle per potervi definire dei veri e propri esperti di vino in tutte le sue sfaccettature.
Il primato dell’Italia
È abbastanza risaputo come il nostro caro Belpaese detenga una lunghissima serie di primati all’interno del settore enogastronomico. Forse, però, non sapevate che è l’Italia a ospitare il più alto numero di vitigni sul proprio suolo. Infatti, sulla penisola italiana possiamo trovare, stando a dei dati diffusi nel 2019, circa 545 tipologie di vite sulle quasi 1300 varietà esistenti e sparse in tutto il mondo.
Il vitigno maggiormente diffuso è il Sangiovese, a cui seguono il Montepulciano, il Pinot Grigio, il Merlot e il Glera.
Direttamente collegato a questa supremazia in termini di vitigni, c’è il fatto che l’Italia vede registrare più di 300 DOC, 70 Docg e 120 IGT. E questi numeri sono in continuo divenire. Una delle DOC più richieste e pregiate è quella legata all’Etna, venduta da diverse cantine del territorio. Per degustarla, noi vi consigliamo di rivolgervi a Vini Gambino che produce e commercializza diversi vini siciliani capaci di immergervi nei sapori tipici di questa zona della Sicilia e di offrirvi un’esperienza degustativa senza eguali.
Segnaliamo, inoltre, che in Italia si trova il vitigno più antico del mondo. A Prissiano, in Alto Adige, viene coltivata la vite Versoaln, la quale è presente in questa zona da circa 350 anni e si trova nei dintorni del maestoso castello di Katzenzungen.
Dove si beve più vino?
Rimaniamo sempre nei dintorni dell’Italia per essere precisi. È il Vaticano la nazione in cui viene registrato il più alto consumo di vino al mondo per abitanti. Chiaramente, questo record deve essere per forza di cose rapportato con l’esiguo numero di persone che abitano questo Stato e con le quantità di questa bevande che servono per celebrare le messe. Eppure, ogni anno, i litri che vengono consumati in media da ogni persona sono di rilievo e ammontano a quasi 70.
La bottiglia di vino più vecchia al mondo
Se, come abbiamo detto, il vino c’è stato quasi da sempre, allora non vi stupirà sapere che la prima bottiglia di vino di cui si ha testimonianza risale al 325 d.C. e, in particolare, all’impero Romano. Il recipiente è stato trovato mentre si stavano effettuando degli scavi archeologici nella città di Spira, in Germania, una regione di questo Paese che nei secoli passati venne colonizzata dai romani. In seguito a ciò, la bottiglia venne riposta, dove ancora si trova, nel Museo Storico del Palatinato della medesima città.
Come si potrà intuire, quasi tutto l’alcol che il vino conteneva si è disperso con il passare di tutto questo tempo, ma, biologicamente parlando, dicono gli esperti che il vino non ha perso le sue caratteristiche organolettiche. Semplicemente, non è più in grado di sollecitare il palato a livello di gusto.
Combatte l’obesità e i disturbi del metabolismo
Diversi studi, tra cui uno pubblicato dall’Oregon State University nel 2015, hanno dimostrato come bere moderatamente vino, più specificatamente quello rosso, abbia un impatto positivo sulla riduzione dello stato di obesità e sul miglioramento del metabolismo nella sua interezza.
Ciò è dovuto a una particolare molecola presente nel vino rosso, ossia l’acido ellagico, che diminuisce la crescita delle cellule adipose che soggiornano sul tessuto corporeo e che sono responsabili dell’ingrassamento e dell’aumento del peso corporeo. In aggiunta, sempre questo acido permette di rafforzare l’impatto degli acidi grassi nelle cellule epatiche, migliorando il metabolismo.
Approfittiamo di questo paragrafo per segnalare quello che viene definito il paradosso francese, formulato da un ricercatore dell’Università di Bordeaux dal nome Serge Renaud: il fatto che i francesi abbiano un’aspettativa di vita più alta se comparata con quella degli altri abitanti dei paesi europei sarebbe dovuto ai 2/3 bicchieri di vino consumati ogni giorno.
A ogni bottiglia il suo colore
Nonostante possa sembrare una questione esclusivamente estetica, il fatto che le bottiglie di vino presentino colori diversi è legato al suo completamento in termini di gusto. Ad esempio, le bottiglie in cui è contenuto il vino bianco, il quale non necessita di un invecchiamento, sono trasparenti perché devono essere bevute in poco tempo e possono entrare, sebbene poco, in contatto con la luce.
Allo stesso modo, il vetro verde è impiegato per i vini bianchi che hanno bisogno di un breve periodo di affinamento per sprigionare tutta la loro essenza e per quelli rossi che raggiungono la piena maturazione dopo un periodo di tempo variabile.
Infine, per quei vini rossi che non possono assolutamente entrare in contatto con la luce solare, pena la compromissione della bevanda, si impiegano dei contenitori di colore marrone o nero.
Bicchiere della staffa: perché si chiama così?
Siamo sicuri che, almeno una volta nella vita, avete sentito parlare del bicchiere della staffa. Altro non è che l’ultimo bicchiere di vino che viene bevuto prima di andarsene dal luogo in cui si è compagnia. Tale modo di dire è emerso intorno al 1800 quando i signori che potevano permettersi un cavallo si recavano presso le osterie e consumavano l’ultimo bicchiere con, figuratamente e non, un piede già sulla staffa.
Allo stesso modo, veniva chiamato bicchiera della staffa la consumazione che veniva offerta dai padroni di casa quando uno di questi signori passava a fare visita a una famiglia. Il bicchiere era considerato, oltre che un gesto di cordialità, anche un augurio di buon viaggio di ritorno.
Conclusioni
Conoscere questo piccole curiosità, come sapere chi ha inventato il telefono o perchè si tappano le orecchie, arricchirà il vostro bagaglio culturale e, nel dettaglio, vi permetterà di apprezzare ancora di più il vino, come bevanda ed elemento inserito nella società. Quindi, la prossima volta che vi troverete a degustare un bicchiere di vino potrete raccontare queste piccole curiosità per condividere la vostra conoscenza sull’argomento.