Ristrutturare un ambiente non è cosa da poco, può essere stimolante, ma al tempo stesso anche piuttosto impegnativo.
Gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo e non sempre tutto va come immaginato.
Quando si decide di intraprendere questo tipo di percorso, i materiali utilizzati durante i lavori di rifacimento di uno spazio devono essere conformi ai requisiti di sicurezza generale, motivo per il quale, eseguire una bonifica FAV è essenziale. Ma cosa si intende per bonifica FAV e perché è così importante?
Vediamolo insieme così da chiarire qualsiasi dubbio a riguardo.
Cosa si intende per Bonifica FAV?
FAV è l’acronimo di Fibre Artificiali Vetrose e sta ad indicare tutti quei materiali utilizzati per isolare termicamente un ambiente.
Questi, come nel caso delle lane di roccia o di vetro e le fibre ceramiche refrattarie, vengono inserite soprattutto nei sottotetti, ma nel caso di spazi industriali, adoperate anche per la realizzazione di tutto ciò che deve raggiungere alte temperature come caldaie o forni in modo da proteggere dal calore chiunque li utilizzi.
Sebbene sia indispensabile, non tutti sanno, però, che questa tipologia di materiale potrebbe risultare anche tanto pericolosa per la salute.
Se nel migliore dei casi è possibile riscontrare solo fastidi agli occhi e alla pelle, in quello peggiore, invece, ci si può anche ritrovare a dover affrontare malattie gravi come il cancro.
Ciò rende necessario effettuare una bonifica che ne stabilisca l’eventuale nocività in modo tale da non farsi trovare impreparati e sapere con esattezza cosa fare.
Eseguire questo tipo di analisi, oltre ad essere utile per la salvaguardia del proprio benessere fisico, è prima di ogni cosa una pratica obbligatoria se non si vuole rischiare di essere perseguiti penalmente (questo vale sia per il committente che per l’esecutore dell’opera).
Chi effettua una bonifica FAV e in che modo
Proprio perché si tratta di materiali potenzialmente pericolosi per la salute dell’uomo, è necessario che essi vengano trattati e smaltiti nel modo più corretto possibile.
Per questo, per effettuare una bonifica FAV è necessario affidarsi a operatori specializzati. In Lombardia e in tutto il Nord Italia, un’azienda affidabile è MBA Ambiente Milano.
All’interno del Decreto Regionale Sanità n. 13541 del Dicembre 2010 sono contenute le linee guida per effettuare correttamente una bonifica FAV. Vi sono descritte tutte le modalità di intervento e i dispositivi di protezione obbligatori.
L’addetto incaricato, come prima cosa, deve recuperare un campione da analizzare.
Per farlo, è importante adottare particolari misure operative.
Deve, infatti, indossare guanti, tuta, e calzari monouso oltre a proteggere il volto con maschere facciali apposite.
Tutta l’area di cantiere va confinata con teli sia a parete che a pavimento.
Questo perché, se il materiale prelevato dovesse risultare nocivo, potrebbe provocargli (nei casi meno gravi) irritazioni alla cute, agli occhi e alle vie aeree.
L’operazione di analisi del materiale può, però, rivelarsi più semplice e soprattutto veloce se si è già in possesso del certificato di conformità dello stesso.
Solo una volta stabilito se si tratta oppure no di un materiale pericoloso, si potrà procedere con il suo smaltimento.
Tutte le componenti edilizie devono, comunque sia, essere separate e demolite in modo da renderne possibile un eventuale recupero.
Classificazione delle Fibre Artificiali Vetrose
Le FAV, in seguito alla bonifica, vengono inserite in una di tre classi.
La Classe 3 contiene tutte quelle classificate come non cancerogene e quindi del tutto innocue.
Nella Classe 2, invece, sono presenti i materiali sui quali vi è il sospetto possano provocare l’insorgere di malattie come il cancro.
Alla Classe 1B, infine, appartengono i materiali sicuramente nocivi e che, al 100%, rappresentano un pericolo per l’uomo se inalate.
Qualunque sia la classe di appartenenza, tutti i FAV vanno smaltiti all’interno di discariche apposite senza dimenticare, prima, di imballarli per bene facendo attenzione a non frantumarli.
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